“Ma a voi che ascoltate, io dico.”

Culto di Domenica 02 Aprile 2018 – “Ma a voi che ascoltate, io dico.”

LA PAROLA

Luca 6: 27-36
27 Ma a voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici; fate del bene a quelli che vi odiano; 28 benedite quelli che vi maledicono, pregate per quelli che vi oltraggiano. 29 A chi ti percuote su una guancia, porgigli anche l’altra; e a chi ti toglie il mantello non impedire di prenderti anche la tunica. 30 Da’ a chiunque ti chiede; e a chi ti toglie il tuo, non glielo ridomandare. 31 E come volete che gli uomini facciano a voi, fate voi pure a loro. 32 Se amate quelli che vi amano, quale grazia ve ne viene? Anche i peccatori amano quelli che li amano. 33 E se fate del bene a quelli che vi fanno del bene, quale grazia ve ne viene? Anche i peccatori fanno lo stesso. 34 E se prestate a quelli dai quali sperate di ricevere, qual grazia ne avete? Anche i peccatori prestano ai peccatori per riceverne altrettanto. 35 Ma amate i vostri nemici, fate del bene, prestate senza sperarne nulla e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell’Altissimo; poiché egli è buono verso gli ingrati e i malvagi. 36 Siate misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro.

IL CULTO

IL MESSAGGIO

Il Signore parla, ma non tutti sono disposti ad ascoltare, si può quindi dire che Egli parla unicamente a coloro che lo ascoltano.

Parla attraverso la Sua Parola, attraverso gli eventi intorno a noi e anche attraverso i silenzi.

Specialmente durante gli eventi è più difficile restare fedeli al Signore, ma non dimentichiamoci che un vero credente sa scorgere la voce di Dio anche nella tempesta e nei periodi più duri della propria vita.
Anche quando le prove sono frutto del nostro peccato il Signore rimane fedele, le permette, ma ci fornisce anche la strada per riportarci nella grazia.

La voce del Signore si può accettare, come fecero grandi uomini di Dio (vedi Samuele, Mosè, Davide, Giuseppe) o rifiutare in quanto è un “parlare troppo duro” come fecero gli apostoli (Giovanni 6:60) o il popolo d’Israele in mezzo al deserto nonostante avessero visto più volte la potenza di Dio all’opera.

Il credente deve essere sempre in guardia contro un grave pericolo: non recepire più il parlare di Dio.
Quando non si riesce più ad assimilare la Parola di Dio o quando non si riesce più a tornare ai piedi della croce a seguito del peccato vuol dire che non lasciamo più agire lo Spirito Santo che svolge, per entrambe le azioni, un ruolo fondamentale.

Ascoltare vuol dire letteralmente udire con attenzione, porgere l’orecchio, essere attento e soprattutto mettere in pratica; in sostanza siamo chiamati ad essere facitori e non solo uditori! (Giacomo 1: 22-25)
Potremmo conoscere tutta la Bibbia a memoria, ma se non la mettessimo in pratica, non gioverebbe a niente.

Uno dei passi da compiere per poter aprire le nostre “orecchie spirituali” all’ascolto di Dio è eliminare ogni tipologia di intoppo quali il peccato, i sentimenti sbagliati, le giustificazioni e le accuse nei confronti del Signore quando le cose non vanno come vorremmo.

Dio non smette mai di parlare e incoraggiare il Suo popolo (Salmi 50:7), ha sempre avuto la Sua chiesa e ha sempre continuato a parlare; sarà così fino al ritorno di Gesù!

Siamo chiamati ad ascoltare il Signore anche quando ci porge insegnamenti e ci ammonisce, in quanto ogni Suo parlare è conforme alla Parola e non possiamo cambiarla a seconda delle nostre necessità.
Non dobbiamo essere bambini, ma adulti. Non dimentichiamoci che Dio ci sta costruendo giorno dopo giorno; lasciamoLo operare umiliandoci sotto la Sua potente mano, anche le prove fanno parte della vita del credente.

Dio sa ascoltare ogni nostra sillaba, ogni nostro sentimento più nascosto.

Ciò che ci rende ricchi è la presenza di Gesù e ciò arriva dal saper ascoltare Dio in tutti gli aspetti con cui Egli parla.
Siamo piccole pietre viventi inserite nel tempio di Dio, senza covare in noi il desiderio di essere superiori agli altri; la grande pietra angolare è e resterà in eterno Gesù Cristo.

Non lamentiamoci né prendiamocela con Dio, ma rallegriamoci, non perseguitiamo gli altri, non malediciamo chi ci fa male, bensì benediciamolo, amiamo il prossimo stando in pace e non in guerra, non sentiamoci più giusti e più santi degli altri perché Dio non ha riguardi personali e quando perdona il peccato lo CANCELLA definitivamente.
Se ci sentiamo giudici, Dio giudicherà noi …

Oggi esaminiamo noi stessi e, se ci sentiamo con un orecchio lontano dal Signore, predisponiamoci ad ascoltarlo con un cuore ben aperto e di per certo, in qualunque circostanza, potremo udire la Sua meravigliosa voce.

Dio ci benedica!