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Culto di Martedì 27 Marzo 2018

Culto di Martedì 27 Marzo 2018

1Re 18: 1-19
Elia e Abdia
(Gr 38:7-13; 39:15-18) Sl 112:1, 5-9
1 Molto tempo dopo, nel corso del terzo anno, la parola del SIGNORE fu rivolta a Elia, in questi termini: «Va’, presèntati ad Acab, e io manderò la pioggia sul paese». 2 Elia andò a presentarsi ad Acab.
La carestia era grave in Samaria. 3 E Acab mandò a chiamare Abdia, che era il sovrintendente del palazzo. Abdia era molto timorato del SIGNORE; 4 e quando Izebel sterminava i profeti del SIGNORE, Abdia aveva preso cento profeti, li aveva nascosti cinquanta in una spelonca e cinquanta in un’altra, e li aveva nutriti con pane e acqua. 5 Acab disse ad Abdia: «Va’ per il paese, verso tutte le sorgenti e tutti i ruscelli; forse troveremo dell’erba e potremo conservare in vita i cavalli e i muli, e non avremo bisogno di uccidere parte del bestiame». 6 Si spartirono dunque il paese da percorrere; Acab andò da una parte e Abdia dall’altra.
7 Mentre Abdia era in viaggio, gli venne incontro Elia; e Abdia, avendolo riconosciuto, si prostrò con la faccia a terra, e disse: «Sei tu il mio signore Elia?» 8 Quegli rispose: «Sono io; va’ a dire al tuo signore: “Ecco qua Elia”». 9 Ma Abdia replicò: «Che peccato ho mai commesso, ché tu dia il tuo servo nelle mani di Acab perché egli mi uccida? 10 Com’è vero che il SIGNORE, il tuo Dio, vive, non c’è nazione né regno dove il mio signore non abbia mandato a cercarti; e quando gli si diceva: “Egli non è qui”, faceva giurare il regno e la nazione, che davvero non ti avevano trovato. 11 E ora tu dici: “Va’ a dire al tuo signore: ‘Ecco qua Elia!'”. 12 Succederà che quando io ti avrò lasciato, lo Spirito del SIGNORE ti trasporterà non so dove; io andrò a fare l’ambasciata ad Acab, ed egli, non trovandoti, mi ucciderà. Eppure il tuo servo teme il SIGNORE fin dalla sua giovinezza! 13 Non ti hanno riferito quello che io feci quando Izebel uccideva i profeti del SIGNORE? Come io nascosi cento uomini di quei profeti del SIGNORE, cinquanta in una spelonca e cinquanta in un’altra, e li sostentai con pane e acqua? 14 E ora tu dici: “Va’ a dire al tuo signore: ‘Ecco qua Elia!'”. Ma egli m’ucciderà!» 15 Elia rispose: «Com’è vero che vive il SIGNORE degli eserciti di cui sono servo, oggi mi presenterò ad Acab».
16 Abdia dunque andò a trovare Acab, e gli fece l’ambasciata; e Acab andò incontro a Elia. 17 Appena Acab vide Elia, gli disse: «Sei tu colui che mette scompiglio in Israele?» 18 Elia rispose: «Non sono io che metto scompiglio in Israele, ma tu e la casa di tuo padre, perché avete abbandonato i comandamenti del SIGNORE, e tu sei andato dietro ai Baali. 19 Adesso, fa’ radunare tutto Israele presso di me sul monte Carmelo, insieme ai quattrocentocinquanta profeti di Baal e ai quattrocento profeti di Astarte che mangiano alla mensa di Izebel».

“Nel nome di Gesù, quello che ho te lo do!”

Culto di Domenica 25 Marzo 2018 – “Nel nome di Gesù, quello che ho te lo do!”

LA PAROLA

Atti 3: 1-11
Guarigione di uno zoppo
1 Pietro e Giovanni salivano al tempio per la preghiera dell’ora nona, 2 mentre si portava un uomo, zoppo fin dalla nascita, che ogni giorno deponevano presso la porta del tempio detta «Bella», per chiedere l’elemosina a quelli che entravano nel tempio. 3 Vedendo Pietro e Giovanni che stavano per entrare nel tempio, egli chiese loro l’elemosina. 4 Pietro, con Giovanni, fissando gli occhi su di lui, disse: «Guardaci!» 5 Ed egli li guardava attentamente, aspettando di ricevere qualcosa da loro. 6 Ma Pietro disse: «Dell’argento e dell’oro io non ne ho; ma quello che ho, te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina!» 7 Lo prese per la mano destra, lo sollevò; e in quell’istante le piante dei piedi e le caviglie gli si rafforzarono. 8 E con un balzo si alzò in piedi e cominciò a camminare; ed entrò con loro nel tempio camminando, saltando e lodando Dio.
9 Tutto il popolo lo vide che camminava e lodava Dio; 10 e lo riconoscevano per colui che sedeva a chiedere l’elemosina alla porta «Bella» del tempio; e furono pieni di meraviglia e di stupore per quello che gli era accaduto. 11 Mentre quell’uomo teneva stretti a sé Pietro e Giovanni, tutto il popolo, stupito, accorse a loro al portico detto di Salomone.

IL CULTO

IL MESSAGGIO

La condizione dello zoppo ci parla di ciò che eravamo PRIMA di conoscere il Signore e, dopo la guarigione, rappresenta anche ciò che siamo diventati DOPO aver ricevuto la grazia di Dio.
Egli veniva “deposto” per ore presso la porta del tempio, un’azione di certo non gradevole e una vera e propria condizione d’arresa alla propria condizione.
Pietro e Giovanni non avevano nulla di materiale da potergli dare MA erano ripieni di Spirito Santo, l’unica cosa necessaria per far guarire l’uomo zoppo e donargli una nuova vita in Cristo, del resto il suo reale bisogno non era economico ma spirituale oltre che fisico.

Anche noi eravamo “deposti” presso la porta “bella” del mondo, schiacciati in basso dal peccato, dal nostro io, in condizioni pessime e indipendenti da ciò che c’era intorno a noi … spiritualmente parlando eravamo in cerca di elemosina.
Oggi Dio ci invita a fare attenzione perché ci ha già rialzato una volta e sa che ci sarà sempre qualcuno o qualcosa pronto a farci cadere in basso, le prove, le difficoltà, il peccato, le vicissitudini di questo mondo, le persecuzioni, le derisioni possono spingerci a terra ma è proprio in quel momento che dobbiamo dare gloria a Dio per elevarci ancora più in alto e poter ancora benedire noi stessi e gli altri.
I pesi non mettiamoceli sulle spalle convinti di essere sufficientemente forti per trasportarli ma mettiamoceli sotto i piedi affinché ci siano di aiuto nell’elevarci verso l’alto.
Pietro camminò sulle acque (sinonimo di problemi, tribolazioni, prove ecc) perché si fece tenere a galla dalla grazia di Dio e nonostante il mare impetuoso, fino a quando mantenne lo sguardo su Cristo, non sprofondò.

C’è solo un luogo in cui dobbiamo deporre l’intera nostra vita ed è alla presenza del Signore, non soltanto dopo un bel culto o una benedizione “particolare” ma OGNI GIORNO; spesso siamo ostinati, scendiamo a compromessi con il mondo e quando Cristo ci chiede di deporre il nostro io, le nostre ragioni annichilendo noi stessi non sempre lo accettiamo di buon grado.

Pietro e Giovanni avevano la pienezza dello Spirito Santo da condividere con gli altri e non fecero finta di nulla, non si tirarono indietro, tutt’altro! Anche intorno a noi sono tante le persone deposte presso la porta bella (in famiglia, al lavoro o nella stessa chiesa), ci tendono la mano e spesso possiamo solo limitarci a dar loro l’elemosina perché in fondo in fondo non abbiamo altro da dargli, chiediamoci quindi con estrema franchezza: cosa stiamo dando e possiamo dare agli altri?
La nostra priorità è presentare Gesù, forse rifiuteranno ma a noi sta di dargli Gesù IN QUEL PRECISO MOMENTO.

Forse ci siamo resi conto di essere a terra, di aver toccato il fondo ma in questo modo stiamo affermando che Gesù non ha fatto nulla per noi; OGGI STESSO rialzati e man mano che andrai verso l’alto vedrai la croce di Cristo, è quello il luogo giusto dove deporre la tua intera vita e di per certo il dolore sarà mutato in allegria, la guerra in pace, il vento si calmerà e finalmente sarai tu a portare agli altri Gesù.

Coraggio quindi! Dio non chiede altro che fidarci completamente di Lui e deporre la nostra intera vita ai piedi Suoi per essere innalzati gloriosamente in alto.

Dio ci benedica!

Culto di Martedì 20 Marzo 2018 – Avanti, senza paura!

Culto di Martedì 20 Marzo 2018 – Avanti, senza paura!

Giudici 7: 9-25
9 Quella stessa notte, il SIGNORE disse a Gedeone: «Àlzati, piomba sull’accampamento, perché io l’ho messo nelle tue mani. 10 Ma se hai paura di farlo, scendi con Pura, tuo servo, 11 e udrai quello che dicono; e, dopo questo, le tue mani saranno fortificate per piombare sull’accampamento». Egli dunque scese con Pura, suo servo, fino agli avamposti dell’accampamento. 12 I Madianiti, gli Amalechiti e tutti i popoli dell’oriente erano sparsi nella valle come una moltitudine di cavallette e i loro cammelli erano innumerevoli come la sabbia che è sulla riva del mare. 13 Quando Gedeone arrivò, un uomo stava raccontando un sogno a un suo compagno e gli diceva: «Ho fatto un sogno. C’era un pane tondo, d’orzo, che rotolava nell’accampamento di Madian, giungeva alla tenda, la investiva, in modo da farla cadere, da rovesciarla, da lasciarla per terra». 14 Il suo compagno gli rispose e gli disse: «Questo non è altro che la spada di Gedeone, figlio di Ioas, uomo d’Israele; Dio ha messo nelle sue mani Madian e tutto l’accampamento».
15 Quando Gedeone ebbe udito il racconto del sogno e la sua interpretazione, adorò Dio; poi tornò all’accampamento d’Israele e disse: «Alzatevi, perché il SIGNORE ha messo nelle vostre mani l’accampamento di Madian!» 16 Divise i trecento uomini in tre schiere, consegnò a tutti quanti delle trombe e delle brocche vuote con delle fiaccole nelle brocche; 17 e disse loro: «Guardate me e fate come farò io; quando sarò giunto all’estremità dell’accampamento, come farò io, così farete voi; 18 e quando io con tutti quelli che sono con me suonerò la tromba, anche voi suonerete le trombe intorno a tutto l’accampamento e direte: “Per il SIGNORE e per Gedeone!”»
19 Gedeone e i cento uomini che erano con lui giunsero all’estremità dell’accampamento, al principio del cambio di mezzanotte, quando si era appena dato il cambio alle sentinelle. Suonarono le trombe e spezzarono le brocche che tenevano in mano. 20 Allora le tre schiere suonarono le trombe e spezzarono le brocche; con la sinistra presero le fiaccole e con la destra le trombe per suonare, e si misero a gridare: «La spada per il SIGNORE e per Gedeone!» 21 Ognuno di loro rimase al suo posto, intorno all’accampamento; e tutti quelli dell’accampamento si misero a correre, a gridare, a fuggire. 22 Mentre quelli suonavano le trecento trombe, il SIGNORE fece rivolgere la spada di ciascuno contro il compagno per tutto l’accampamento. L’esercito madianita fuggì fino a Bet-Sitta, verso Serera, fino al limite d’Abel-Meola, presso Tabbat. 23 Gl’Israeliti di Neftali, di Ascer e di tutto Manasse si radunarono e inseguirono i Madianiti.
24 Gedeone mandò dei messaggeri per tutta la regione montuosa di Efraim a dire: «Scendete incontro ai Madianiti e tagliate loro il passo delle acque fino a Bet-Bara, e i guadi del Giordano». Così tutti gli uomini di Efraim furono radunati e si impadronirono dei passi delle acque fino a Bet-Bara e dei guadi del Giordano. 25 Presero due prìncipi di Madian, Oreb e Zeeb; uccisero Oreb alla roccia di Oreb, e Zeeb al torchio di Zeeb; inseguirono i Madianiti e portarono le teste di Oreb e di Zeeb a Gedeone, dall’altro lato del Giordano.

“Cristo, la Roccia che disseta!”

Culto di Domenica 18 Marzo 2018 – “Cristo, la Roccia che disseta!”

LA PAROLA

Numeri 20: 1-13
1 Or tutta la comunità dei figli d’Israele arrivò al deserto di Sin il primo mese, e il popolo si fermò a Cades. Là morì e fu sepolta Maria.
2 Non c’era acqua per la comunità; perciò ci fu un assembramento contro Mosè e contro Aaronne. 3 Il popolo si mise a contestare Mosè, e disse: «Fossimo pur morti quando morirono i nostri fratelli davanti al SIGNORE! 4 Perché avete condotto l’assemblea del SIGNORE in questo deserto per morire qui noi e il nostro bestiame? 5 Perché ci avete fatti salire dall’Egitto per condurci in questo luogo detestabile? Non è un luogo dove si possa seminare; non ci sono fichi, né vigne, né melograni e non c’è acqua da bere».
6 Allora Mosè e Aaronne si allontanarono dall’assemblea per recarsi all’ingresso della tenda di convegno; si prostrarono con la faccia a terra, e la gloria del SIGNORE apparve loro.
7 Il SIGNORE disse a Mosè: 8 «Prendi il bastone; tu e tuo fratello Aaronne convocate la comunità e parlate a quella roccia, in loro presenza, ed essa darà la sua acqua; tu farai sgorgare per loro acqua dalla roccia e darai da bere alla comunità e al suo bestiame». 9 Mosè dunque prese il bastone che era davanti al SIGNORE, come il SIGNORE gli aveva comandato. 10 Mosè e Aaronne convocarono l’assemblea di fronte alla roccia, e Mosè disse loro: «Ora ascoltate, o ribelli; faremo uscire per voi acqua da questa roccia?» 11 E Mosè alzò la mano, percosse la roccia con il suo bastone due volte, e ne uscì acqua in abbondanza; e la comunità e il suo bestiame bevvero.
12 Poi il SIGNORE disse a Mosè e ad Aaronne: «Siccome non avete avuto fiducia in me per dare gloria al mio santo nome agli occhi dei figli d’Israele, voi non condurrete questa assemblea nel paese che io le do».
13 Queste sono le acque di Meriba dove i figli d’Israele contestarono il SIGNORE, che si fece riconoscere come il Santo in mezzo a loro.

IL CULTO

IL MESSAGGIO

Il popolo d’Israele era ormai alle porte di Canan, la terra promessa.
Come spesso avvenne durante il cammino anche in questa occasione non ebbe fiducia in Dio e, nel bel mezzo dell’aridità del deserto, se la presero con Lui. Israele aveva piena conoscenza di cosa volesse dire essere nel deserto ma sapeva anche che Dio era in grado di far sgorgare acqua dalla roccia (Esodo 17).
Dio riprova la fedeltà del Suo popolo che, per tutta risposta, si adirò con Mose ed Aronne; pur di poter contestare Dio e non seguire la Sua via avrebbero infatti preferito rimanere in Egitto da schiavi!
Non accettarono il fatto di dover passare in mezzo al deserto se pur esso sarebbe stato solo di transito.

Noi oggi siamo pellegrini in mezzo al deserto del mondo, siamo in viaggio verso la Canan celeste e quando attraversiamo il momento d’aridità non dobbiamo prendercela con Dio ma dobbiamo appoggiarci esclusivamente sulla roccia di Cristo per andare oltre la mancanza di sentimenti e di spiritualità di ciò che ci circonda.
Solo una strada è quella giusta, solo un pozzo fornisce l’acqua limpida che disseta la nostra anima … Gesù!
Egli desidera che noi gli parliamo, del resto lo abbiamo già percosso una volta per tutte con i nostri peccati!
Mosè in quest’occasione non ha avuto piena fiducia in Dio e percosse la roccia invece di parlarle, uscirà comunque l’acqua che disseterà il popolo ma essa sarà un refrigerio temporaneo, sappiamo infatti quanto fu lungo il cammino per poter raggiungere Canan e tutto ciò a cagione del peccato! (1 Corinzi 10: 1-5)

Il lamentarsi con Dio esprime una mancanza di fiducia nonostante siamo ben consci che il deserto è una tappa obbligatoria per un vero cristiano, del resto se avessimo tutto ciò che vorremmo non ci appoggeremmo più su Cristo
Impariamo a PARLARE con Dio anche nei momenti di difficoltà ed Egli saprà come dissetarci.
Stiamo attenti a non andare a cercare acqua nei luoghi sbagliati perché il rischio di “allungare il percorso” verso Canan è davvero molto alto e non accontentiamoci di un’acqua che ci disseta solo temporaneamente ma bramiamo quell’acqua che riempie nel continuo la nostra anima.

Gli apostoli trovarono aridità in famiglia, negli amici, nei falsi fratelli e in diversi luoghi dove andarono ma anche in quei momenti bevvero dalla giusta Roccia dando gloria a Dio.
Perchè ti lamenti? perché non prendi fiducia in Lui? Sappi che Dio non ci addita mai ma desidera che ci sia un vero e proprio dialogo.
VAI E PARLA ALLA ROCCIA, vedrai che l’acqua scaturirà e la benedizione scenderà traboccante sulla tua vita, parliamo con Gesù e il cielo si aprirà come avvenne per Stefano davanti alla lapidazione, nonostante stesse per morire sa che è nel deserto più assoluto ma ha la fede necessaria per parlare con Gesù, è infatti ripieno di acqua viva e riesce a benedire e perdonare anche chi, in quel momento, lo sta uccidendo (Atti 7: 51-60).
Dio vuole credenti maturi, adulti, che sanno glorificarLo sempre indipendentemente dalla situazione, siamo infatti noi che dobbiamo portare acqua in questo mondo e non il contrario. Prima senza Gesù riempivamo i nostri sacchi vuoti con le cose del mondo ma ora dobbiamo prendere noi dei sacchi vuoti, riempirli di ciò che Gesù ci dona e portarli a chi ne ha necessità.
Quando il nostro cuore è pieno delle cose di Dio non c’è più posto per andare a prendere ciò che è del mondo.

Non percuotiamo più Cristo e accettiamo per fede che, ciò che ci sta capitando, coopererà di per certo alla nostra vita e a quella di chi ci sta intorno.

Dio ci benedica!

Culto di Martedì 13 Marzo 2018 – Dio non ti dimentica!

Culto di Martedì 13 Marzo 2018 – Dio non ti dimentica!

Luca 2: 25-38
25 Vi era in Gerusalemme un uomo di nome Simeone; quest’uomo era giusto e timorato di Dio, e aspettava la consolazione d’Israele; lo Spirito Santo era sopra di lui; 26 e gli era stato rivelato dallo Spirito Santo che non sarebbe morto prima di aver visto il Cristo del Signore. 27 Egli, mosso dallo Spirito, andò nel tempio; e, come i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere a suo riguardo le prescrizioni della legge, 28 lo prese in braccio, e benedisse Dio, dicendo:
29 «Ora, o mio Signore, tu lasci andare in pace il tuo servo,
secondo la tua parola;
30 perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
31 che hai preparata dinanzi a tutti i popoli
32 per essere luce da illuminare le genti
e gloria del tuo popolo Israele».
33 Il padre e la madre di Gesù restavano meravigliati delle cose che si dicevano di lui. 34 E Simeone li benedisse, dicendo a Maria, madre di lui: «Ecco, egli è posto a caduta e a rialzamento di molti in Israele, come segno di contraddizione 35 (e a te stessa una spada trafiggerà l’anima), affinché i pensieri di molti cuori siano svelati».
36 Vi era anche Anna, profetessa, figlia di Fanuel, della tribù di Aser. Era molto avanti negli anni: dopo essere vissuta con il marito sette anni dalla sua verginità, era rimasta vedova e aveva raggiunto gli ottantaquattro anni. 37 Non si allontanava mai dal tempio e serviva Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. 38 Sopraggiunta in quella stessa ora, anche lei lodava Dio e parlava del bambino a tutti quelli che aspettavano la redenzione di Gerusalemme.

Culto di Domenica 11 Marzo 2018 – Parla perché il tuo servo ascolta!

Culto di Domenica 11 Marzo 2018 – Parla perché il tuo servo ascolta!

1Samuele 3:1-21
1 Il piccolo Samuele serviva il SIGNORE sotto gli occhi di Eli. La parola del SIGNORE era rara a quei tempi, e le visioni non erano frequenti. 2 In quel medesimo tempo, Eli, la cui vista cominciava a intorbidarsi e non gli consentiva di vedere, se ne stava un giorno coricato nel suo luogo consueto; 3 la lampada di Dio non era ancora spenta e Samuele era coricato nel tempio del SIGNORE dove si trovava l’arca di Dio. 4 Il SIGNORE chiamò Samuele, il quale rispose: «Eccomi!» 5 Poi corse da Eli e disse: «Eccomi, poiché tu mi hai chiamato». Eli rispose: «Io non ti ho chiamato, torna a coricarti». Ed egli andò a coricarsi.
6 Il SIGNORE chiamò Samuele di nuovo. Samuele si alzò, andò da Eli e disse: «Eccomi, poiché tu mi hai chiamato». Egli rispose: «Figlio mio, io non ti ho chiamato; torna a coricarti». 7 Ora Samuele non conosceva ancora il SIGNORE e la parola del SIGNORE non gli era ancora stata rivelata.
8 Il SIGNORE chiamò di nuovo Samuele, per la terza volta. Ed egli si alzò, andò da Eli e disse: «Eccomi, poiché tu mi hai chiamato». Allora Eli comprese che il SIGNORE chiamava il bambino. 9 Ed Eli disse a Samuele: «Va’ a coricarti; e, se sarai chiamato ancora, dirai: “Parla, SIGNORE, poiché il tuo servo ascolta”». Samuele andò dunque a coricarsi al suo posto.
10 Il SIGNORE venne, si fermò accanto a lui e chiamò come le altre volte: «Samuele, Samuele!» E Samuele rispose: «Parla, poiché il tuo servo ascolta». 11 Allora il SIGNORE disse a Samuele: «Ecco, io sto per fare in Israele una cosa tale che chi la udrà ne avrà intronati tutt’e due gli orecchi. 12 In quel giorno io compirò contro Eli, dal principio fino alla fine, tutto ciò che ho detto circa la sua casa. 13 Gli ho predetto che avrei esercitato i miei giudizi sulla sua casa per sempre, a causa dell’iniquità che egli ben conosce, poiché i suoi figli hanno attirato su di sé la maledizione ed egli non li ha sgridati. 14 Perciò io giuro alla casa di Eli che l’iniquità della casa di Eli non sarà mai espiata né con sacrifici né con oblazioni».
15 Samuele rimase coricato fino alla mattina, poi aprì le porte della casa del SIGNORE. Egli temeva di raccontare a Eli la visione. 16 Ma Eli chiamò Samuele e disse: «Samuele, figlio mio!» Egli rispose: «Eccomi». 17 Ed Eli: «Qual è la parola che egli ti ha detto? Ti prego, non me la nascondere! Dio ti tratti con il massimo rigore, se mi nascondi qualcosa di tutto quello che egli ti ha detto». 18 Samuele allora gli raccontò tutto, senza nascondergli nulla. Allora Eli disse: «Egli è il SIGNORE: faccia quello che gli parrà bene».
19 Samuele intanto cresceva e il SIGNORE era con lui e non lasciò andare a vuoto nessuna delle sue parole. 20 Tutto Israele, da Dan fino a Beer-Sceba, riconobbe che Samuele era stabilito come profeta del SIGNORE. 21 Il SIGNORE continuò ad apparire a Silo, poiché a Silo il SIGNORE si rivelava a Samuele mediante la sua parola.

Culto di Martedì 06 Marzo 2018 – Dio non è un Dio di morti ma di vivi!

Culto di Martedì 06 Marzo 2018 – Dio non è un Dio di morti ma di vivi!

Luca 20: 27-40
Dibattito sulla risurrezione
27 Poi si avvicinarono alcuni sadducei, i quali negano che ci sia risurrezione, e lo interrogarono, dicendo: 28 «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se il fratello di uno muore, avendo moglie ma senza figli, il fratello ne prenda la moglie e dia una discendenza a suo fratello”. 29 C’erano dunque sette fratelli. Il primo prese moglie, e morì senza figli. 30 Il secondo pure la sposò; 31 poi il terzo; e così, fino al settimo, morirono senza lasciare figli. 32 Infine morì anche la donna. 33 Nella risurrezione, dunque, di chi sarà moglie quella donna? Perché tutti e sette l’hanno avuta per moglie». 34 Gesù disse loro: «I figli di questo mondo sposano e sono sposati; 35 ma quelli che saranno ritenuti degni di aver parte al mondo avvenire e alla risurrezione dai morti, non prendono né danno moglie; 36 neanche possono più morire perché sono simili agli angeli e sono figli di Dio, essendo figli della risurrezione. 37 Che poi i morti risuscitino, lo dichiarò anche Mosè nel passo del pruno, quando chiama il Signore, Dio di Abraamo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. 38 Ora, egli non è Dio di morti, ma di vivi; perché per lui tutti vivono». 39 Alcuni scribi, rispondendo, dissero: «Maestro, hai detto bene». 40 E non osavano più fargli alcuna domanda.

La croce, un sacrificio da ricordare!

Culto di Domenica 04 Marzo 2018 – “La croce, un sacrificio da ricordare!”

LA PAROLA

Matteo 28: 1-10
La risurrezione di Gesù
1 Dopo il sabato, verso l’alba del primo giorno della settimana, Maria Maddalena e l’altra Maria andarono a vedere il sepolcro. 2 Ed ecco si fece un gran terremoto; perché un angelo del Signore, sceso dal cielo, si accostò, rotolò la pietra e vi sedette sopra. 3 Il suo aspetto era come di folgore e la sua veste bianca come neve. 4 E, per lo spavento che ne ebbero, le guardie tremarono e rimasero come morte. 5 Ma l’angelo si rivolse alle donne e disse: «Voi, non temete; perché io so che cercate Gesù, che è stato crocifisso. 6 Egli non è qui, perché è risuscitato come aveva detto; venite a vedere il luogo dove giaceva. 7 E andate presto a dire ai suoi discepoli: “Egli è risuscitato dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete”. Ecco, ve l’ho detto». 8 E quelle se ne andarono in fretta dal sepolcro con spavento e grande gioia e corsero ad annunciarlo ai suoi discepoli. 9 Quand’ecco, Gesù si fece loro incontro, dicendo: «Vi saluto!» Ed esse, avvicinatesi, gli strinsero i piedi e l’adorarono. 10 Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea; là mi vedranno».

IL CULTO

IL MESSAGGIO

Non è oggi così scontato che la Chiesa di Cristo ricordi l’opera Sua sulla croce.
Quando il nostro sguardo è fisso sul Suo sacrificio il nostro cuore si riscalda e l’amore per Gesù aumenta, si è immolato per la nostra…la tua salvezza.
L’uomo diede a Gesù il misero valore di 30 sicli d’argento e, ancora oggi, sono molte le persone nel mondo che non danno a Gesù il valore che gli spetta: quando non ricordiamo e non facciamo nostro il Suo sacrificio è come se lo stessimo sminuendo, in altre parole tradendo.

Quali sono gli indicatori che ci fanno comprendere quanto è ancora oggi per noi importante quella croce?
Sicuramente dedicare il nostro tempo migliore a Dio è sinonimo d’amore nei Suoi confronti, frequentare costantemente e con gioia il luogo di culto dove Dio ha ordinato la benedizione, non abbandonare la comune adunanza, servirLo con cuore zelante, meditare la Sua Parola, stare costantemente in comunione con Lui nella “cameretta”.

Nella Parola oggetto del culto di oggi possiamo notare alcuni aspetti molto importanti; il primo è che Maria Maddalena e Maria vedono qualcosa di straordinario perché, a differenza degli altri discepoli, si erano recate presso “il luogo Santo”.
Il secondo aspetto è l’atteggiamento dell’angelo, che viene descritto seduto sulla pietra rimossa e non sta combattendo, bensì si sta riposando sulla risurrezione di Cristo: è vincitore come lo è ancora oggi la Sua Chiesa.

Senza Cristo saremmo stati privati della speranza di vedere una nuova vita in Dio, godendo pienamente del perdono dei peccati. Apprezziamo quindi ancor di più tale gesto non solo con le parole, ma soprattutto con i fatti, stando ancora più vicini a Gesù.
Ricordiamoci che siamo stati resi giusti davanti a Dio per la fede riposta in Cristo e non per meriti e che le opere che Dio ha già preparato per noi devono essere precedute da una costante presenza ai culti e da una costante perseveranza nella preghiera, azioni fondamentali per un figlio di Dio.

Gesù è morto, ma è soprattutto risorto, è vivente ancora oggi in mezzo al Suo popolo e desidera che il sangue versato sulla croce venga apprezzato, benedetto, glorificato e lodato!

Non troviamo scuse davanti a Dio e non restiamo fermi come monumenti, ma mettiamoci in movimento!
Il sacrificio è ancora valido per chiunque crede in Gesù, facciamoci purificare ancora oggi dal Suo prezioso sangue.

Dio ci benedica!