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Culto di Martedì 31 Ottobre 2017 – Costruisci il muro!

Culto di Martedì 31 Ottobre 2017 – Costruisci il muro!

Apocalisse 21
I nuovi cieli e la nuova terra
1 Poi vidi un nuovo cielo e una nuova terra, poiché il primo cielo e la prima terra erano scomparsi, e il mare non c’era più. 2 E vidi la santa città, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo da presso Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. 3 Udii una gran voce dal trono, che diceva: «Ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro, essi saranno suoi popoli e Dio stesso sarà con loro e sarà il loro Dio. 4 Egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non ci sarà più la morte, né cordoglio, né grido, né dolore, perché le cose di prima sono passate».
5 E colui che siede sul trono disse: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose». Poi mi disse: «Scrivi, perché queste parole sono fedeli e veritiere», e aggiunse: 6 «Ogni cosa è compiuta. Io sono l’alfa e l’omega, il principio e la fine. A chi ha sete io darò gratuitamente della fonte dell’acqua della vita. 7 Chi vince erediterà queste cose, io gli sarò Dio ed egli mi sarà figlio. 8 Ma per i codardi, gl’increduli, gli abominevoli, gli omicidi, i fornicatori, gli stregoni, gli idolatri e tutti i bugiardi, la loro parte sarà nello stagno ardente di fuoco e di zolfo, che è la morte seconda».

La nuova Gerusalemme
9 Poi venne uno dei sette angeli che avevano le sette coppe piene degli ultimi sette flagelli, e mi parlò, dicendo: «Vieni e ti mostrerò la sposa, la moglie dell’Agnello».
10 Egli mi trasportò in spirito su una grande e alta montagna, e mi mostrò la santa città, Gerusalemme, che scendeva dal cielo da presso Dio, 11 con la gloria di Dio. Il suo splendore era simile a quello di una pietra preziosissima, come una pietra di diaspro cristallino. 12 Aveva delle mura grandi e alte; aveva dodici porte, e alle porte dodici angeli. Sulle porte erano scritti dei nomi, che sono quelli delle dodici tribù dei figli d’Israele. 13 Tre porte erano a oriente, tre a settentrione, tre a mezzogiorno e tre a occidente. 14 Le mura della città avevano dodici fondamenti, e su quelli stavano i dodici nomi di dodici apostoli dell’Agnello.
15 E colui che mi parlava aveva come misura una canna d’oro, per misurare la città, le sue porte e le sue mura. 16 E la città era quadrata, e la sua lunghezza era uguale alla larghezza; egli misurò la città con la canna, ed era dodicimila stadi; la lunghezza, la larghezza e l’altezza erano uguali. 17 Ne misurò anche le mura ed erano di centoquarantaquattro cubiti, a misura d’uomo, adoperata dall’angelo.
18 Le mura erano costruite con diaspro e la città era d’oro puro, simile a terso cristallo. 19 I fondamenti delle mura della città erano adorni d’ogni specie di pietre preziose. Il primo fondamento era di diaspro; il secondo di zaffiro; il terzo di calcedonio; il quarto di smeraldo; 20 il quinto di sardonico; il sesto di sardio; il settimo di crisòlito; l’ottavo di berillo; il nono di topazio; il decimo di crisopazio; l’undicesimo di giacinto; il dodicesimo di ametista. 21 Le dodici porte erano dodici perle e ciascuna era fatta da una perla sola. La piazza della città era d’oro puro, simile a cristallo trasparente.
22 Nella città non vidi alcun tempio, perché il Signore, Dio onnipotente, e l’Agnello sono il suo tempio. 23 La città non ha bisogno di sole, né di luna che la illumini, perché la gloria di Dio la illumina, e l’Agnello è la sua lampada. 24 Le nazioni cammineranno alla sua luce e i re della terra vi porteranno la loro gloria. 25 Di giorno le sue porte non saranno mai chiuse (la notte non vi sarà più); 26 e in lei si porterà la gloria e l’onore delle nazioni. 27 E nulla di impuro, né chi commetta abominazioni o falsità, vi entrerà; ma soltanto quelli che sono scritti nel libro della vita dell’Agnello.

“Perdono sì, ma con pentimento!”

Culto di Domenica 29 Ottobre 2017 – “Perdono sì, ma con pentimento!”

LA PAROLA

Matteo 21: 28-32
Parabola dei due figli
28 «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si avvicinò al primo e gli disse: “Figliolo, va’ a lavorare nella vigna oggi”. 29 Ed egli rispose: “Vado, signore”; ma non vi andò. 30 Il padre si avvicinò al secondo e gli disse la stessa cosa. Egli rispose: “Non ne ho voglia”; ma poi, pentitosi, vi andò. 31 Quale dei due fece la volontà del padre?» Essi gli dissero: «L’ultimo». E Gesù a loro: «Io vi dico in verità: I pubblicani e le prostitute entrano prima di voi nel regno di Dio. 32 Poiché Giovanni è venuto a voi per la via della giustizia, e voi non gli avete creduto; ma i pubblicani e le prostitute gli hanno creduto; e voi, che avete visto questo, non vi siete pentiti neppure dopo per credere a lui.

IL CULTO

IL MESSAGGIO

E’ sempre un buon momento per ravvederci davanti a Dio per i nostri peccati e poter così ricominciare a camminare insieme a Lui. Di per certo la richiesta di perdono è una cosa buona, ma deve essere accompagnata da un sentito pentimento, letteralmente “provare dolore o rimorso per il male fatto”.
Dio chiede alla sua Chiesa di presentarsi a Lui con un cuore realmente pentito per poter godere i benefici delle Sue benedizioni e il completo effetto del perdono; Egli riverserà su di noi tutto il Suo amore e la Sua grazia, del resto Dio non ha mai respinto chi si è presentato a Lui con un cuore ravveduto.

Il vero pentimento NON ha giustificazioni, non cerca di trovare scusanti ad un proprio comportamento sbagliato, anzi ci porta ad un vero e proprio cambiamento nei confronti di chi è stato oggetto del nostro errore. Giustificarsi è un po’ come accusare Dio rispetto a ciò che Egli ha permesso nella nostra vita, in realtà stiamo solo raggirando la necessità di pentirci realmente.
Voler ricevere il perdono di Dio senza ravvedersi è un po’ come lavarsene le mani (Matteo 27:24) e ogni giustificazione ci allontana sempre di più da Lui, al contrario, con il pentimento non possiamo che avvicinarci sempre di più.

Cosa vuol dire pentirsi? Non è solo l’atto di confessare il proprio peccato ma, soprattutto, la decisione di cambiare se stessi, facendo morire il proprio Io, per abbandonarlo definitivamente. (vedere Zaccheo e il suo immediato pentimento in Luca 19:8).
Senza un reale pentimento il rischio è quello di illudersi di aver ottenuto il perdono da parte di Dio. Tuttavia dobbiamo stare attenti, poiché è facile chiedere perdono, ma è molto più difficile pentirsi del peccato commesso.
Il pentimento ci porterà a godere di tutte le ricchezze di Dio, anzi, saremo di per certo più benedetti rispetto a prima, un po’ come il figlio prodigo che torna da suo padre dopo essersi ravveduto in Luca 15: 21-24.

E’ fondamentale saper riconoscere i nostri errori, superare il nostro orgoglio e dire “Ho sbagliato!”. È probabilmente più facile chiedere il solo perdono, ma non dimentichiamoci che lo sguardo del Signore è su quelli che hanno lo spirito contrito, addolorato, afflitto (Isaia 66: 2).
Sbagliamo in tante cose e dobbiamo saperci pentire in tante cose, Dio ci giustificherà SEMPRE, non ci punterà il dito contro, anzi, lavorerà alla nostra vita per trasformarci ancora.
Non sentiamo più la presenza di Dio? Forse l’orgoglio ha fermato il ravvedimento, che Dio possa aiutarci ad essere umili come fu umile Gesù che, nonostante fosse senza peccato, si battezzò indicandoci la via da seguire.

Quando c’è vero pentimento diventiamo come Abramo e la nostra intercessione viene ascoltata da Dio (Genesi 18: 22-33). Dobbiamo essere ancora oggi capaci di “arrossire” di fronte al peccato (Geremia 6:15) per poterci presentare a Dio con un cuore contrito.
Coraggio fratelli e sorelle, siamo salvati per grazia..il peccato di ieri è stato cancellato, ma ancora oggi abbiamo bisogno di essere lavati dal sangue di Gesù che ci giustifica completamente solo a seguito di un reale pentimento; Il Suo profondo amore, davanti al nostro reale dolore, interverrà di sicuro e ci saprà ancora una volta sollevare e trasformare rendendoci sempre più simili a Lui!

Dio ci benedica!

Culto di Martedì 24 Ottobre 2017 – L’importanza della fede

Culto di Martedì 24 Ottobre 2017 – L’importanza della fede

Ebrei 11: 1-7
1 Or la fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di realtà che non si vedono.
2 Infatti, per essa fu resa buona testimonianza agli antichi.
3 Per fede comprendiamo che i mondi sono stati formati dalla parola di Dio; così le cose che si vedono non sono state tratte da cose apparenti.
4 Per fede Abele offrì a Dio un sacrificio più eccellente di quello di Caino; per mezzo di essa gli fu resa testimonianza che egli era giusto, quando Dio attestò di gradire le sue offerte; e per mezzo di essa, benché morto, egli parla ancora.
5 Per fede Enoc fu rapito perché non vedesse la morte; e non fu più trovato, perché Dio lo aveva portato via; infatti prima che fosse portato via ebbe la testimonianza di essere stato gradito a Dio. 6 Or senza fede è impossibile piacergli; poiché chi si accosta a Dio deve credere che egli è, e che ricompensa tutti quelli che lo cercano.
7 Per fede Noè, divinamente avvertito di cose che non si vedevano ancora, con pio timore, preparò un’arca per la salvezza della sua famiglia; con la sua fede condannò il mondo e fu fatto erede della giustizia che si ha per mezzo della fede.

“La gioia di Dio”

Culto di Domenica 22 Ottobre 2017 – “La gioia di Dio”

LA PAROLA

Giovanni 17: 11-19
11 Io non sono più nel mondo, ma essi sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo, conservali nel tuo nome, quelli che tu mi hai dati, affinché siano uno, come noi. 12 Mentre io ero con loro, io li conservavo nel tuo nome; quelli che tu mi hai dati, li ho anche custoditi, e nessuno di loro è perito, tranne il figlio di perdizione, affinché la Scrittura fosse adempiuta. 13 Ma ora io vengo a te; e dico queste cose nel mondo, affinché abbiano compiuta in se stessi la mia gioia. 14 Io ho dato loro la tua parola; e il mondo li ha odiati, perché non sono del mondo, come io non sono del mondo. 15 Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li preservi dal maligno. 16 Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. 17 Santificali nella verità: la tua parola è verità. 18 Come tu hai mandato me nel mondo, anch’io ho mandato loro nel mondo. 19 Per loro io santifico me stesso, affinché anch’essi siano santificati nella verità.

IL CULTO

IL MESSAGGIO

La gioia è uno dei frutti dello Spirito (Galati 5: 22), essa contraddistingue un cristiano nato di nuovo e soprattutto è ben visibile al mondo che ci circonda. Umanamente la gioia è un sentimento che spesso segue un evento piacevole, ma spiritualmente parlando non è questa la gioia di cui Dio si compiace.
Nei versetti meditati, quando Gesù parla della gioia, si riferisce a qualcosa di compiuto/completo, una condizione che va al di là degli eventi, ma che nel continuo è alimentata dall’appartenenza a Dio.
Gesù non è mai stato triste nonostante abbia affrontato il pianto, le avversità dal mondo, gli errati comportamenti di chi gli era più vicino e non per ultimo la morte di croce; la Sua gioia era completa e proveniva dal Padre, viveva per Lui soltanto e da Lui traeva forza.
Allo stesso modo, se anche noi vivremo per il nostro Signore, potremo gustare una gioia completa non condizionata dagli eventi; essa ci consentirà di affrontare a viso alto le prove, i dolori e l’astio del mondo.
Gesù si è donato sulla croce protendendosi e vivendo la completa gioia, che noi oggi possiamo afferrare per fede. Aver accettato Cristo come personale Salvatore presuppone vivere in una gioia completa, ma non sempre è così in quanto la gioia spesso arriva DOPO la prova, DOPO la liberazione, DOPO la benedizione. In realtà, se anche Dio non dovesse intervenire o dovesse tardare nel risponderci, la gioia dovrebbe essere comunque viva e presente perché, a prescindere dalla condizione in cui ci troviamo, Gesù vive in noi.
Non pratichiamo una gioia occasionale a intermittenza, ma rallegriamoci nel Signore perché Egli è il nostro tutto (Gioele 2:23).
Capita spesso di vedere credenti tristi, che soccombono SOTTO il peso delle afflizioni quando in realtà dovrebbero camminare SOPRA le prove sospinti dalla gioia di Dio.
Gesù ci ha avvisato di non far dipendere la nostra allegrezza dagli eventi e dalle vittorie che Egli ci darà, ma solo ed esclusivamente dal fatto che siamo salvati per grazia e che i nostri nomi sono scritti nei cieli (Luca 10:20).
La gioia di Dio ci sosterrà anche nei momenti più difficili, Cristo ci fornirà nuove energie spirituali, mentali e fisiche per poterne uscire gloriosamente vincitori (Neemia 8:10).
I nemici ci saranno sempre, Gesù era “Amore” eppure venne barbaramente maltrattato e affisso alla croce, quanto più noi saremo “presi di mira” con il rischio di far maturare in noi cattivi sentimenti. Con l’allegrezza di Dio, però, potremo superare ogni circostanza.
Probabilmente incontreremo Goliat più forti di noi, deponiamo a quel punto le nostre forze affidandoci completamente al Signore ed Egli interverrà. Nelle prove non lasciamoci AFFLIGGERE, ma rallegriamoci (Giacomo 1:2) e Dio ci sosterrà.
Oggi guardiamoci dentro e chiediamoci cosa ci fa gioire…l’opera di Dio o Dio stesso?
Satana cercherà nel continuo di attaccare la nostra GIOIA, ma noi non preoccupiamocene e fissiamo lo sguardo su Gesù, Colui che crea la fede e la rende perfetta, e vedremo grandi opere realizzarsi nella nostra vita.
In Luca 22:23 Gesù ci invita a rallegrarci quando saremo odiati dal mondo, perché vuol dire che saremo sulla giusta strada, staremo vivendo la vera gioia di Dio senza scendere a compromessi con il mondo stesso. Può sembrare un controsenso dover essere felici se qualcuno ci odia, ma consideriamo il premio finale, il cielo, e la gioia non tarderà a crescere nel nostro cuore.

Il messaggio di Dio è chiaro, non attendiamo gli eventi per essere contenti, ma restiamo vicini a Gesù ogni giorno e avremo di che gioire, Egli sarà sempre nel nostro cuore e ci accompagnerà a nuove vittorie passo dopo passo.
Dio ci ha donato TUTTO e non abbiamo scuse per abbatterci, ma solo un buon motivo per vivere nella gioia del nostro Signore.
Viviamo Gesù per ciò che Egli è e non solo per ciò che Egli ci dona e la nostra gioia sarà davvero COMPIUTA.

Dio ci benedica!

Culto di Martedì 17 Ottobre 2017

Culto di Martedì 17 Ottobre 2017

Numeri 13: 17-33
17 Mosè dunque li mandò a esplorare il paese di Canaan, e disse loro: «Andate su di qua per il mezzogiorno; poi salirete sui monti 18 e vedrete che paese è, che popolo lo abita, se è forte o debole, se è poco o molto numeroso; 19 come è il paese che abita, se è buono o cattivo, e come sono le città dove abita, se sono degli accampamenti o dei luoghi fortificati; 20 e come è il terreno, se è grasso o magro, se vi sono alberi o no. Abbiate coraggio e portate dei frutti del paese». Era il tempo in cui cominciava a maturare l’uva.
21 Quelli dunque salirono a esplorare il paese dal deserto di Sin fino a Reob, sulla via di Amat. 22 Salirono per il mezzogiorno e andarono fino a Ebron, dove erano Aiman, Sesai e Talmai, figli di Anac. Ebron era stata costruita sette anni prima di Soan in Egitto. 23 Giunsero fino alla valle d’Escol, dove tagliarono un tralcio con un grappolo d’uva, che portarono in due con una stanga, e presero anche delle melagrane e dei fichi. 24 Quel luogo fu chiamato valle d’Escol a causa del grappolo d’uva che i figli d’Israele vi tagliarono.
25 Dopo quaranta giorni tornarono dall’esplorazione del paese 26 e andarono a trovare Mosè e Aaronne e tutta la comunità dei figli d’Israele nel deserto di Paran, a Cades: riferirono ogni cosa a loro e a tutta la comunità e mostrarono loro i frutti del paese.
27 Fecero il loro racconto, e dissero: «Noi arrivammo nel paese dove tu ci mandasti, ed è davvero un paese dove scorre il latte e il miele, ed ecco alcuni suoi frutti. 28 Però, il popolo che abita il paese è potente, le città sono fortificate e grandissime, e vi abbiamo anche visto dei figli di Anac. 29 Gli Amalechiti abitano la parte meridionale del paese; gli Ittiti, i Gebusei e gli Amorei, la regione montuosa; e i Cananei abitano presso il mare e lungo il Giordano».
30 Caleb calmò il popolo che mormorava contro Mosè, e disse: «Saliamo pure e conquistiamo il paese, perché possiamo riuscirci benissimo». 31 Ma gli uomini che vi erano andati con lui, dissero: «Noi non siamo capaci di salire contro questo popolo, perché è più forte di noi». 32 E screditarono presso i figli d’Israele il paese che avevano esplorato, dicendo: «Il paese che abbiamo attraversato per esplorarlo è un paese che divora i suoi abitanti; tutta la gente che vi abbiamo vista, è gente di alta statura; 33 e vi abbiamo visto i giganti, figli di Anac, della razza dei giganti. Di fronte a loro ci pareva di essere cavallette; e tali sembravamo a loro».

“Il Signore sta scuotendo il tuo cuore …”

Culto di Domenica 15 Ottobre 2017 – “Il Signore sta scuotendo il tuo cuore …”

LA PAROLA

Ebrei 12: 18-29
18 Voi non vi siete avvicinati al monte che si poteva toccare con mano, e che era avvolto nel fuoco, né all’oscurità, né alle tenebre, né alla tempesta, 19 né allo squillo di tromba, né al suono di parole, tale che quanti l’udirono supplicarono che più non fosse loro rivolta altra parola; 20 perché non potevano sopportare quest’ordine: «Se anche una bestia tocca il monte sia lapidata». 21 Tanto spaventevole era lo spettacolo, che Mosè disse: «Sono spaventato e tremo». 22 Voi vi siete invece avvicinati al monte Sion, alla città del Dio vivente, la Gerusalemme celeste, alla festante riunione delle miriadi angeliche, 23 all’assemblea dei primogeniti che sono scritti nei cieli, a Dio, il giudice di tutti, agli spiriti dei giusti resi perfetti, 24 a Gesù, il mediatore del nuovo patto e al sangue dell’aspersione che parla meglio del sangue d’Abele.
25 Badate di non rifiutarvi d’ascoltare colui che parla; perché se non scamparono quelli, quando rifiutarono d’ascoltare colui che promulgava oracoli sulla terra, molto meno scamperemo noi, se voltiamo le spalle a colui che parla dal cielo; 26 la cui voce scosse allora la terra e che adesso ha fatto questa promessa: «Ancora una volta farò tremare non solo la terra, ma anche il cielo». 27 Or questo «ancora una volta» sta a indicare la rimozione delle cose scosse come di cose fatte perché sussistano quelle che non sono scosse. 28 Perciò, ricevendo un regno che non può essere scosso, siamo riconoscenti, e offriamo a Dio un culto gradito, con riverenza e timore! 29 Perché il nostro Dio è anche un fuoco consumante.

IL CULTO

IL MESSAGGIO

La Parola di Dio è ancora oggi viva e lavora la nostra vita scuotendola al fine di rimuovere ciò che non è buono per lasciar spazio a ciò che invece deve sussistere, essendo in accordo con la volontà di Dio; essa ci tocca nel profondo, spesso ci mette in crisi e ci costringe ad esaminare la nostra vita spirituale per poter togliere tutte quelle macerie che non solo non sono più utili, ma che “soffocano” ciò che invece deve necessariamente sussistere.
Dio scuote, ma la decisione di far pulizia all’interno del nostro cuore è strettamente personale, fermiamoci a considerare il modo con cui ci accostiamo al Signore e cerchiamo di comprendere quanto la Sua parola ci sta trasformando; certo, spesso non è così facile fare ordine in sé stessi, solitamente ha un costo ed è necessario coraggio.

Gesù, attraverso il Suo sacrificio sulla croce, ha scosso l’antico patto creandone uno tutto nuovo! Per i religiosi dell’epoca non fu di certo facile accettare il passaggio dalla legge di Mosè alla grazie di Cristo in cui tutti i rituali e i sacrifici propiziatori erano di fatto aboliti.
Dio, però, in più di un’occasione confermò Gesù, indicandoLo come il proprio Figlio diletto nel quale Egli si era compiaciuto (vedere Matteo 17:5 e Luca 3: 22), le fondamenta di quel tempo furono potentemente scosse!
Egli è il sacrificio potente e perfetto e il suo sangue dal cielo ancora oggi grida PERDONO e AMORE, a differenza del sangue di Abele che invece gridava vendetta (Genesi 4: 10)!

Dio è ancora oggi Colui che salva l’anima nostra, è li che ci aspetta ed è sempre paziente, ma richiede ubbidienza e vuole che rimuoviamo le macerie all’interno del nostro cuore, siamo la Sua Chiesa e vogliamo seguirLo! Non è mai troppo tardi per cambiare, non appelliamoci a frasi del tipo “io sono cosi, non posso farci nulla” perché stiamo mentendo a noi stessi e a Dio, Colui che trasforma i cuori in ogni tempo.
La Parola di Dio porta pace, essa è un fuoco consumante che scuote ciò che ci impedisce di vedere la gloria di Dio e solo togliendo ciò che è caduto potremo offrire a Dio un culto a Lui gradito.

Gesù ci avvicina a Dio (Efesini 2: 13), spezza le catene che ci tengono legati ed è un soccorso nella tempesta in cui siamo schiacciati sotto il peso delle zavorre.
Offriamo a Dio una vera adorazione, frutto di un cuore rinnovato e purificato; la lode Gli è dovuta in quanto è la Sua parte che dobbiamo offrire con riverenza e giusto timore ricordandoci che il culto non deve piacere a noi, ma a Dio e dobbiamo stare attenti a non cadere nell’errata concezione del culto come attrazione per gli uomini.
Rinnoviamo in noi il desiderio di consacrazione alla Parola, perché Essa parla nel continuo alla nostra vita e guai se non fosse cosi … per cui se ci scuote ringraziamoLo perché di per certo sta ponendo per noi delle ottime fondamenta su cui continuare a costruire mattone dopo mattone la nostra vita sprirituale.
Quando lo Spirito Santo mette alla luce ciò che in noi deve sparire non possiamo più far finta di nulla, siamo chiamati ad agire; il popolo di Israele in più di un’occasione di fronte agli scossoni che Dio mandava ai re che li governavano fecero finta di non ascoltare e inventarono scuse per non costruire il tempio, non creiamo ostacoli su ciò che Dio ha già fatto crollare, bensì impegniamoci alla rimozione.
Deve resistere ciò che non è crollato sotto l’limpulso della Parola di Dio, esso dovrà sussistere per sempre; teniamo gli occhi ben aperti perché il nemico delle anime nostre ci farà credere che Dio ha scosso anche cose buone all’interno del nostro cuore….stiamo attenti a non cadere nella menzogna.
Che la Parola di Dio possa ancora lavorarci dall’interno e possa farci crescere spiritualmente.

Dio ci benedica!

“Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.” (Matteo 24: 35)

Culto di Martedì 10 Ottobre 2017 – Dobbiamo parlare solo con Gesù

Culto di Martedì 10 Ottobre 2017 – Dobbiamo parlare solo con Gesù

Isaia 37: 1-7
Preghiera di Ezechia. Profezia d’Isaia. Liberazione di Gerusalemme
1 Quando il re Ezechia ebbe udito questo, si stracciò le vesti, si coprì di un sacco, ed entrò nella casa del SIGNORE. 2 Mandò Eliachim, sovrintendente del palazzo, Sebna, il segretario, e i più anziani sacerdoti, coperti di sacchi, dal profeta Isaia, figlio di Amots. 3 Essi gli dissero: «Così parla Ezechia: Oggi è giorno d’angoscia, di castigo e di disonore; poiché i figli stanno per uscire dal seno materno, però manca la forza per partorirli. 4 Forse il SIGNORE, il tuo Dio, ha udito le parole di Rabsachè, che il re di Assiria, suo signore, ha mandato per insultare il Dio vivente; e forse il SIGNORE, il tuo Dio, punirà le parole che ha udite. Rivolgigli dunque una preghiera in favore del resto del popolo che rimane ancora».
5 I servi del re Ezechia andarono dunque da Isaia. 6 E Isaia disse loro: «Così direte al vostro signore: “Così dice il SIGNORE: Non temere le parole che hai udite, con le quali i servi del re d’Assiria mi hanno insultato. 7 Ecco, io metterò in lui uno spirito tale che, all’udire una certa notizia, egli tornerà nel suo paese; e io lo farò morire di spada nel suo paese”».

“Solo Gesù può risolvere il tuo problema”

Culto di Domenica 08 Ottobre 2017 – “Solo Gesù può risolvere il tuo problema”

LA PAROLA

Marco 6: 45-52
Gesù cammina sul mare
45 Subito dopo Gesù obbligò i suoi discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, verso Betsaida, mentre egli avrebbe congedato la folla. 46 Preso commiato, se ne andò sul monte a pregare.
47 Fattosi sera, la barca era in mezzo al mare ed egli era solo a terra. 48 Vedendo i discepoli che si affannavano a remare perché il vento era loro contrario, verso la quarta vigilia della notte, andò incontro a loro, camminando sul mare; e voleva oltrepassarli, 49 ma essi, vedendolo camminare sul mare, pensarono che fosse un fantasma e gridarono; 50 perché tutti lo videro e ne furono sconvolti. Ma subito egli parlò loro e disse: «Coraggio, sono io; non abbiate paura!» 51 Salì sulla barca con loro e il vento si calmò; ed essi più che mai rimasero sgomenti, 52 perché non avevano capito il fatto dei pani, anzi il loro cuore era indurito.

IL CULTO

IL MESSAGGIO

La natura sa essere sorprendentemente forte e, per quanto l’uomo si affatichi, spesso è lei ad avere la meglio. Gesù è l’unico a poter sgridare i venti per riportare la quiete, del resto la natura stessa è completamente sottoposta a Dio e questo ci viene confermato più di una volta all’interno della Parola; Giosuè con una preghiera fece fermare il sole per quasi un giorno intero (Giosuè 10: 12-14) ed ancora Ezechia chiese che il sole potesse tornare indietro di “10 gradini” e a seguito della preghiera di Isaia … ciò avvenne! (2 Re 20: 8-11).
Satana, colui che agisce più di frequente nella tempesta, è anch’esso sottoposto all’autorità di Dio e pertanto non abbiamo nulla da temere; l’uomo spesso sceglie il male e in quel caso si viene caricati del giogo pesante del nemico rischiando di restarne schiacciati. Gesù, però, è Colui che toglie i pesi, che ci dona leggerezza!
Non illudiamoci, con le nostre poche forze umane non potremo uscire illesi dalla tempesta.
Possiamo notare che, nell’episodio meditato, Gesù obbliga i suoi discepoli a partire…magari non era un loro desiderio, ma in ogni caso resta un dovere! Si, abbiamo dei doveri ben precisi dinanzi a Dio e siamo chiamati ad adempierli, primo fra tutti l’ubbidienza.
Cosa faceva Gesù mentre i discepoli si affannavano per arrivare all’altra riva? Pregava e, per quanto Egli non fosse vicino a loro fisicamente, il Suo sguardo era rivolto verso i suoi amati discepoli.
Gesù vede sempre il tuo affanno, non rimane indifferente. Questa è una certezza da custodire nel nostro cuore.
Nella tempesta le nostre remate cominciano a perdere di forza, l’ansia e la paura ci prendono e, non solo rischiamo di non avanzare, ma rischiamo di ritornare anche indietro. Non dimentichiamoci che senza Gesù non potremo superare quella tempesta.
Gesù, dopo aver visto l’affanno dei discepoli, decise di incamminarsi verso di loro per raggiungerli e soccorrerli perché sapeva che non stessero avanzando, nonostante i loro sforzi umani. Arrivato da loro, davanti allo stupore generale, parlò subito per tranquillizzarli infondendo in loro il coraggio che in quel momento era completamente assente.
Gesù, ancora oggi, desidera liberarti trasformando il tuo affanno in serenità ma, per consentirGli di operare, devi desiderarlo con tutto il tuo cuore (Isaia 30: 15).
L’uomo, per quanto possa sforzarsi, non riuscirà mai a tirarci fuori dalla prova eguagliando ciò che, invece, Gesù può e vuole fare. Per far sì che il vento si calmi, devi far posto a Gesù sulla tua barca, che può metaforicamente rappresentare il nostro cuore spirituale!
Come Zaccheo dobbiamo armarci di fede, farci spazio tra la folla che limita la nostra vista, sfidare i nostri limiti (stando alla scrittura egli era piuttosto basso) e arrampicarci sulla grazia di Dio per poter finalmente scorgere Gesù. Colui che passa lì, proprio per noi e già conosce il nostro nome, premierà di per certo la nostra fede entrando “in casa nostra” e consentendoci di conoscerlo, non solo per nome e per “reputazione”, ma anche come persona, in piena confidenza e da Che meraviglia vedere l’immediato ravvedimento di Zaccheo, che aveva compreso che dopo aver conosciuto il meglio nient’altro di materiale poteva valere così tanto! (vedi Luca 19: 1-10).
Ricordiamoci che non è la religione a salvare, ma solamente la fede in Cristo Gesù: Egli da sopra la barca calmerà i venti e ci guiderà verso l’altra riva!
La sera si avvicina e abbiamo bisogno che Gesù stia con noi perché è la nostra luce! (Luca 24: 13-31 / Michea 7: 8).
Per cui forza! Riceviamo Gesù nel nostro cuore, avremo prove e tribolazioni ma, allo stesso tempo, riceveremo sempre una soluzione per poterne uscire illesi!

Dio ci benedica!

Culto di Martedì 03 Ottobre 2017

Culto di Martedì 03 Ottobre 2017

Genesi 26: 28
28 Quelli risposero: «Noi abbiamo chiaramente visto che il SIGNORE è con te; e abbiamo detto: “Si faccia ora un giuramento tra di noi”, cioè fra te e noi, e facciamo un’alleanza con te.

“Cresciamo a livello spirituale”

Culto di Domenica 01 Ottobre 2017 – “Cresciamo a livello spirituale”

LA PAROLA

Giosuè 3: 1-17
Il passaggio del Giordano
1 Giosuè si alzò la mattina di buon’ora, e con tutti i figli d’Israele partì da Sittim. Essi arrivarono al Giordano, e là si fermarono, prima di oltrepassarlo. 2 Dopo tre giorni, gli ufficiali percorsero l’accampamento, 3 e diedero quest’ordine al popolo: «Quando vedrete l’arca del patto del SIGNORE vostro Dio, portata dai sacerdoti levitici, partirete dal luogo dove siete accampati, e andrete dietro ad essa. 4 Però, vi sarà tra voi e l’arca la distanza di circa duemila cubiti; non vi avvicinate ad essa, affinché possiate veder bene la via per la quale dovete andare; poiché non siete mai passati per questa via». 5 Giosuè disse al popolo: «Santificatevi, poiché domani il SIGNORE farà meraviglie in mezzo a voi». 6 Poi Giosuè disse ai sacerdoti: «Prendete in spalla l’arca del patto e passate davanti al popolo». Ed essi presero in spalla l’arca del patto e camminarono davanti al popolo. 7 Il SIGNORE disse a Giosuè: «Oggi comincerò a renderti grande agli occhi di tutto Israele, affinché riconoscano che come fui con Mosè così sarò con te. 8 Tu darai ai sacerdoti, che portano l’arca del patto, quest’ordine: “Quando sarete giunti alla riva delle acque del Giordano, vi fermerete nel Giordano”». 9 Giosuè disse ai figli d’Israele: «Avvicinatevi e ascoltate le parole del SIGNORE vostro Dio». 10 Poi Giosuè disse: «Da questo riconoscerete che il Dio vivente è in mezzo a voi, e che egli scaccerà certamente davanti a voi i Cananei, gli Ittiti, gli Ivvei, i Ferezei, i Ghirgasei, gli Amorei e i Gebusei: 11 ecco, l’arca del patto del Signore di tutta la terra sta per passare davanti a voi per entrare nel Giordano. 12 Prendete dunque dodici uomini fra le tribù d’Israele, uno per tribù. 13 E non appena i sacerdoti che portano l’arca di DIO, Signore di tutta la terra, avranno posato le piante dei piedi nelle acque del Giordano, le acque del Giordano, quelle che scendono dalla parte superiore, saranno tagliate e si fermeranno in un mucchio». 14 Il popolo, partito dalle sue tende per oltrepassare il Giordano, aveva davanti a sé i sacerdoti che portavano l’arca del patto. 15 Appena quelli che portavano l’arca giunsero al Giordano e tuffarono i piedi nell’acqua della riva (il Giordano straripa dappertutto durante tutto il tempo della mietitura), 16 le acque che scendevano dalla parte superiore si fermarono e si elevarono in un mucchio a una grandissima distanza, fino alla città di Adam che è vicino a Sartan; e quelle che scendevano verso il mare della pianura, il mar Salato, furono interamente separate da esse; e il popolo passò di fronte a Gerico. 17 I sacerdoti che portavano l’arca del patto del SIGNORE stettero fermi sull’asciutto, in mezzo al Giordano, mentre tutto Israele passava all’asciutto, finché tutta la nazione ebbe finito di oltrepassare il Giordano.

IL CULTO

IL MESSAGGIO

I versetti di oggi ci parlano di Giosuè, un uomo grandemente usato da Dio; ha affrontato grandi battaglie ma, con l’aiuto del Signore, le ha vinte tutte. Oggi Dio ci dice che il Suo desiderio è quello di vederci crescere a livello spirituale (Ebrei 5:11-14).
Quante volte nelle difficoltà ci domandiamo il perché Dio permetta prove così difficili? Magari siamo appena usciti da un periodo burrascoso e ci ritroviamo dopo poco tempo in un periodo ancor peggiore…e lo sconforto rischia di prendere il sopravvento.
Come può Dio farci crescere? Proprio attraverso la tempesta; infatti, solo attraverso le difficoltà la nostra fede potrà maturare. Più desidereremo essere simili a Gesù e più saremo provati, ma di per certo ne usciremo vittoriosi! Non dimentichiamoci infatti che le più grandi battaglie Dio le affida ai Suoi guerrieri più forti, Egli ci stima quindi potenti e in grado di poterle superare.
Ma per far sì che ciò avvenga dobbiamo mettere in pratica i consigli di Dio e, in particolare, oggi ci vengono presentate tre precise azioni da compiere!

1 – Porre il nostro sguardo su Gesù
La prima azione da compiere per poter crescere è quello di fissare il nostro sguardo su Gesù, è l’unico modo per tutelarci dal mondo camminando sulla retta via. Da notare infatti come il popolo doveva prima vedere l’arca di Dio e poi muoversi per attraversare il Giordano, è Gesù che traccia il percorso da seguire. Allo stesso modo anche noi dobbiamo guardare Gesù, solo così potremo affrontare nel modo migliore ogni avversità. ContemplandoLo di per certo riusciremo ad essere più simili a Lui, ne assumeremo i sentimenti e la pietà.

2 – Santificarci
La seconda azione riguarda la santificazione che ogni nato di nuovo deve ricercare.
Oggi giorno il termine “santificazione” è un po’ passato di moda, ma resta essenziale per la crescita spirituale di un figlio di Dio. Molto spesso siamo così presi dalle cose di Dio (e non) che trascuriamo la comunione con il Signore. Dobbiamo dedicarci alla preghiera e alla meditazione della parola di Dio, gli strumenti che ci consentono di amarLo sempre più. Non siamo servitori della Chiesa di Dio, ma servitori di Dio stesso, guardiamoci intorno e allontaniamo dalla nostra vita tutto ciò che può ostacolare e/o aumentare lo spazio tra noi e Gesù. Le persone del mondo in noi devono vedere Dio, coerentemente con ciò che professiamo.

3 – Ascoltare la Parola di Dio
La terza azione fondamentale per la crescita spirituale è quella di ascoltare (e mettere in pratica) la Parola di Dio. Spesso poniamo a Dio diverse domande, accumuliamo i “perché”, ma non restiamo mai in silenzio per ascoltare le Sue risposte. Fermiamoci ed apriamo le nostre orecchie spirituali per ascoltare ciò che Dio vuole dirci. Non dimentichiamoci che prima di vedere le mura di Gerico sgretolarsi dobbiamo necessariamente attraversare il Giordano, vedremo mura d’acqua intorno a noi, ma i nostri piedi saranno sull’asciutto.

Le battaglie sono preparatorie, ci allenano per affrontare battaglie più grandi e nello stesso tempo aprono la strada a grandissime benedizioni da parte di Dio. Più sarà dura la prova e più sarà grande il frutto che ne mangeremo, la benedizione che ne trarremo e la testimonianza che potremo dare alla gloria di Dio.

E allora forza fratello e forza sorella! Egli conosce la tua prova e sa già come tirartene fuori, guarda Gesù e punta a raggiungere la Sua statura perfetta, ben presto vedrai una grande liberazione!

Dio ci benedica!